Un unico piano sequenza, fatto di infiniti sguardi e infinite espressioni che quasi non badano all’obiettivo che li segue con rapidi, ma delicati movimenti. Il panico c’è, almeno fino al giro di boa del primo minuto di video, e attraversa come una lama sottile il viso di Ghali, travolto da repentine infiltrazioni di luce.
Forse nessuno meglio dei Fratelli D’Innocenzo, i gemelli della Terra dell’Abbastanza e dell’acclamato Dogman di Matteo Garrone, poteva catturare con così cruda ed elegante naturalezza il dolore silenzioso che si respira nel brano che lo stesso Ghali ha definito come il più importante della sua vita.
“Spesso andavo a prendermi una boccata d’aria nel giardino dell’ospedale e quel giorno ero lì. Ho messo le cuffie e ho schiacciato play su Niente Panico”. Così l’artista italo-tunisino racconta del giorno in cui la madre, colpita dal cancro per la terza volta, si è sottoposta ad un nuovo intervento chirurgico, fortunatamente andato per il meglio. Un brano nudo, quasi osseo, un respiro dolce e tranquillo che riesce a rendere un po’ più leggeri anche i momenti più difficili della vita.
Sin dal primo incontro con l’amico Ghali, i fratelli d’arte di Roma non hanno avuto dubbi: niente fuochi d’artificio, niente effetti speciali, solo l’essenziale e pura espressività facciale, esaltata da un uso della videocamera che unisce sapientemente l’approccio a cavallo tra realismo e sperimentazione che è da sempre la cifra stilistica di Damiano e Fabio D’Innocenzo.
È un’opera di distensione, di metamorfosi emotiva, che racconta, in un magistrale climax discendente di tensione, come anche le cose più spaventose facciano meno paura se guardate in faccia.