In quante parti può essere scomposto un film? In questa nuova rubrica, tra arte e musica, ogni mese parleremo di una nuova pellicola da scoprire e guardare, o riguardare insieme, provando ad analizzarla tra arte, design e colonne sonore.
Per il mese di gennaio 2025, abbiamo scelto di analizzare, sempre attraverso le lenti dell’arte e della musica, il primo film in lingua inglese di Pedro Almodóvar, “La stanza accanto” un’opera che affronta con eleganza e poesia il delicato tema dell’eutanasia. Il film ha ottenuto il Leone d’oro al miglior film 2024.
La trama
Ingrid e Martha sono amiche da sempre, legate da una sincera e profonda amicizia. Ingrid è una scrittrice di successo, che nel suo ultimo libro esplora la propria difficoltà nell’affrontare la morte. Martha, ex corrispondente di guerra, è malata di un tumore curabile con una terapia sperimentale, ma ha già accettato la possibilità di morire e ha deciso di farlo tramite una pillola acquistata nel dark web, se necessario. Nonostante ciò, desidera non affrontare la morte da sola, e, sentendo il suo rapporto con la figlia ormai compromesso, chiede a Ingrid di stare accanto a lei, nella stanza vicina, nel caso in cui dovesse scegliere di morire.
Arte: Almodòvar e Hopper
Una similitudine creata grazie ad un gioco di linee e colori quella pensata da Almodòvar per questo film: il quadro dell’artista contemporaneo Hopper “Gente al sole” – posto in bella vista nel salotto – è perfettamente in linea con la relazione suggerita dal design pensato per la casa “vacanze” che ospiterà Martha (Tilda Swinton) e la co-protagonista (Julianne Moore) durante il periodo di quiete attesa prima della decisione di Martha.
Emanando quel senso di solitudine che le sue opere ci regalano, “Gente al sole” rappresenta al meglio i sentimenti provati in tutta la pellicola da parte della protagonista, un intreccio di malinconia che si addentra tra quelli che sono i ricordi di una vita e tutti i rimpianti che si ritrova ad avere nei confronti della figlia.
Gli uomini sdraiati al sole sono come imbrigliati; un connubio perfetto di nuance accese e figure geometriche, pose di sofferenza e malinconia che vibrano nell’aria.
La medesima pesantezza infatti si percepisce nel giardino dell’abitazione dove, in uno dei due lettini rossi, Tilda deciderà di addormentarsi per l’ultima volta.
La scelta del quadro è perfettamente integrata non solo con l’architettura dell’ambiente ma arricchisce ulteriormente il significato della scena, riflettendo la tensione e le dinamiche dei personaggi.
Musica: Almodòvar e Iglesias
La collaborazione tra Pedro Almodóvar e Alberto Iglesias è una delle più fruttuose e distintive nel panorama del cinema contemporaneo, e con La stanza accanto, questa sinergia artistica raggiunge una nuova, commovente profondità. La colonna sonora, interamente affidata a Iglesias, si rivela ancora una volta un elemento imprescindibile per la narrazione emotiva del film, che affronta temi delicati e universali come l’eutanasia, la solitudine e la fine della vita.
Iglesias, pluricandidato all’Oscar e collaboratore di lunga data di Almodóvar, riesce a creare un’atmosfera sonora che amplifica la tensione emotiva della pellicola, pur mantenendo un equilibrio raffinato e delicato. Come sempre, la sua musica è una fusione perfetta tra modernità e classicismo, capace di evocare sentimenti di profonda introspezione senza mai cedere al melodramma.
La colonna sonora di “La stanza accanto” si sviluppa attraverso un ampio spettro emotivo. I toni più malinconici, che riflettono la fragilità dei protagonisti e l’incertezza del loro destino, sono contrastati da momenti di serenità struggente, che richiamano la bellezza e la poesia dei piccoli gesti quotidiani. Iglesias si serve di una paletta sonora minimale ma evocativa, giocando su strumenti come il pianoforte e l’orchestra da camera, per sottolineare i silenzi e i non detti tra i personaggi, creando una musica che non è mai invadente ma sempre parte integrante della storia.
La scelta di Iglesias di ricorrere a sonorità intime, talvolta quasi eteree, è un altro dei tratti distintivi di questa colonna sonora. La sua abilità nel mescolare il suono dell’orchestra con elementi più moderni, come il sintetizzatore o il suono elettronico, permette alla musica di rispecchiare il contrasto tra l’intensità dei temi trattati e l’eleganza estetica della pellicola. Non mancano, poi, tocchi di speranza, che, pur nella sua tristezza, suggeriscono una via di fuga dalla disperazione, simboleggiando la possibilità di una morte dignitosa e accompagnata da un affetto sincero.
Uno degli aspetti più straordinari di questa colonna sonora è la sua capacità di parlare direttamente alla psiche dello spettatore che lo accompagna ininterrottamente per tutta la durata del film. Ogni nota sembra un respiro condiviso con i protagonisti, un’emozione palpabile che si fa carne e anima. La musica di Iglesias diventa un riflesso delle profondità dell’animo umano, rivelando non solo la tragedia della malattia, ma anche la bellezza della vita che, nonostante tutto, continua a pulsare.
La colonna sonora di “La stanza accanto” è un capolavoro di eleganza e sensibilità. Alberto Iglesias dimostra di essere capace di tradurre in suoni la complessità emotiva di una storia come quella raccontata da Almodóvar. La sua musica è una voce che, pur rimanendo delicata e discreta, sa farsi sentire con una potenza che va oltre le immagini, lasciando un segno indelebile nella memoria di chi ascolta.