Il disco d’esordio dei Dov’è Liana è un manifesto generazionale: Love 679 – Not Hate (molto simile a eight, il numero escluso dalla sequenza) è audace ed elegantemente sfrontato nella sua incessante ricerca della bellezza. Il progetto nasce qualche anno fa a Palermo, quando il trio di musicisti si invaghisce di Liana, una ragazza che diventa simbolo di ricerca, desiderio, speranza. Da quel momento, il gruppo fa ballare il suo pubblico crescente di fedelissimi su note house-pop minimaliste, accompagnate da un italiano traballante, quasi stereotipato, mischiato a inglese e francese. L’utilizzo dell’italiano, con poche parole ripetute, colpisce immediatamente l’ascoltatore con un senso di leggerezza che trasporta la notte di Love 679 in una dimensione onirica.
Il trio francese, i cui membri sono amici fin da bambini, mantiene attorno a sé un’aura di mistero e un’estetica ben riconoscibile: foulard coloratissimi e occhiali scuri nascondono l’identità dei componenti del gruppo, lasciando che sia la musica ad emergere. Da Palermo a Parigi, le feste disinibite dei Dov’è Liana portano con sé la carica esplosiva in grado di sgretolare i muri delle convenzioni sociali. “Tutte le donne facciano l’amore” ripete il cantante in uno dei brani più iconici, nel tripudio di un romanticismo postmoderno.
Sonorità french touch unite ad influenze tipicamente rock avvolgono il disco in un mix di linguaggi che trova una chiave di lettura nell’universalità di sentimenti, mentre le note nostalgiche di Love 679, che evocano i colori patinati delle vecchie fotografie analogiche, si mescolano all’energia inesauribile di una lunga notte palermitana, nell’esortazione a vivere nel presente.
Nella convinzione che “la bellezza salverà il mondo” – come afferma uno dei personaggi di Dostoevskij nel romanzo “L’idiota” – il primo album dei Dov’è Liana rappresenta la rivoluzione pacifica di una generazione cosmopolita: “A Better World Is Close”. Nel frattempo, il gruppo si prepara ad un tour europeo che partirà il 22 novembre da Milano.