Ciao Anna! Il 24 settembre è uscito il tuo primo album “Mi Piace”, omonimo anche del singolo di apertura dove elenchi tanti elementi musicali che ti piacciono, è un incipit a ciò che vuole rappresentare per te questo progetto
Lo scopo del brano, più che elencare quello che mi piace, parla della paura di non piacere che è sempre presente quando si sale su un palco o ci si espone nella discografia. Ma assolutamente può essere vista anche come una sintesi di quello che si andrà ad ascoltare anche a livello di sonorità. Dichiaro i miei intenti e i miei gusti ed è per questo che l’ho messo all’inizio.
Hai annunciato l’uscita del tuo album in un modo molto originale, attraverso dei video ironici pubblicati sul tuo profilo instagram dove ti presenti da un medico degli artisti che ti illustra il mare discografico, descritto come “acque pieni di squali ed insidie”, per questo ti porge il paio di occhiali che ti caratterizza e che sono raffigurati sulla copertina del disco. Come hai sviluppato questa idea creativa di promozione e ritroviamo questo filo conduttore anche nei brani?
Ho scritto un’idea, poi diventata sceneggiatura, sulla discografia italiana paragonata ad un contesto medico. Il panorama musicale è come se fosse un’enorme sala d’attesa affollata e spesso ha poco di artistico. Avevo l’urgenza di parlarne in previsione del mio primo lancio o tuffo nel mare discografico, ma sempre con ironia. Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli hanno accettato di sviluppare l’idea e di metterla in scena insieme a me, loro sono i boss dell’ironia.
Lo scorso 22 giugno ti sei conquistata la vittoria a Musicultura, conquistando pubblico e critica dal palco dello Sferisterio di Macerata con il singolo “GHALI”, presente anch’esso in “Mi Piace”. Cos’è cambiato dopo quel primo premio nella tua prospettiva musicale?
La vittoria a Musicultura è stata ovviamente gratificante ed emozionante, seguivo già da un po’ il festival, era il mio sogno quello di parteciparvi. Un’esperienza arricchente lontana dalle dinamiche nocive che spesso inquinano il nostro lavoro, quindi posso dire che ha schiarito la mia prospettiva e mi ha ricordato che si può vivere la musica in modo sano e sostenibile, inoltre mi ha spronata ancora di più per la pubblicazione del mio album.
Recentemente hai aperto il concerto al Circo Massimo di Fabi, Silvestri e Gazzè; descrivici in tre parole che emozioni hai provato a cantare su un palco così maestoso e davanti a un pubblico vastissimo.
Gratitudine, stupore, responsabilità
Il contenuto del disco è versatile e variegato, va a toccare diverse sonorità e contenuti, per esempio nel singolo AAA ti impersonifichi in una “lavatrice guasta che non accetta ammorbidente, preferisco faticare, fare un bucato insoddisfacente”: è insolito come oggetto la lavatrice, vuole essere una metafora particolare?
La lavatrice guasta rappresenta in realtà le persone che non vogliono farsi aiutare, che rifiutano aiuti e affetti, persone dure che quindi producono contenuti duri, come una lavatrice che rifiuta l’ammorbidente: fa un bucato insoddisfacente, senza profumo e morbidezza.
Nell’album è presente anche il brano “Whiteman” insieme a Ghemon, già pubblicato nell’aprile scorso, com’è stato lavorare insieme e com’è nata l’idea di questa collaborazione?
Lavorare con Ghemon è stato naturale e bello. Ci siamo conosciuti grazie ad OTR il nostro team e durante un pranzo siamo entrati nelle nostre vite. Sono contenta che sia stato lui a scrivere la strofa, la sua voce mi sembrava perfetta per quella canzone.
Il disco presenta un miscuglio eterogeneo di generi proprio come un “cono a tanti gusti”, quali sono i brani secondo te più adatti da cantare in macchina, quali per una cena in casa tra amici e quali per fare colpo sugli intellettuali radical chic?
I brani da cantare in macchina sono quelli tristi e ballad e pop, come sale dentro, troppa città, gli stessi, ma anche quelli più movimentati come AAA e U mari. Per la cena riserverei le sonorità latin, quindi mi piace e organi interni e per glo intellettuali i brani più politici come GHALI, Participio presente e Le chiese sono chiuse.
Il 7 settembre hai cantato in apertura al concerto di Carmen Consoli al Teatro Romano di Ostia; pensi che finalmente il cantautorato e, in generale, il panorama musicale femminile stia ricevendo il giusto valore in Italia?
Penso che fin quando si continuerà a definirci un panorama a parte, un genere musicale a parte, non cambieranno davvero le cose. Tuttavia ci sono dei risultati e ci sono dei riflettori su una nuova generazione di cantautrici che spero possa avere il giusto spazio
Dove ascolteremo “Mi Piace” nei prossimi mesi?
GIOVEDI’ 27 FEBBRAIO @ HIROSHIMA MON AMOUR di Torino – TBA SABATO 1 MARZO @ TEATRO BOLIVAR di Napoli – TBA
GIOVEDI’ 6 MARZO @ I CANDELAI di Palermo – TBA
VENERDI’ 7 MARZO @ ZO di Catania – TBAGIOVEDI’ 13 MARZO @ SANTERIA di Milano – TBA
VENERDI’ 21 MARZO @ OFFICINA DEGLI ESORDI di Bari – TBA SABATO 22 MARZO @ LARGO VENUE di Roma – TBA GIOVEDI’ 27 MARZO @ LOCOMOTIV di Bologna – TBA