Carlo Scarpa, uno dei più grandi architetti e designer italiani del XX secolo, ha lasciato un’impronta significativa nella sua Venezia. Le sue opere veneziane riflettono un equilibrio tra tradizione e modernità, mostrando un profondo rispetto per i materiali, la storia e il contesto architettonico. In questo articolo vi proponiamo un itinerario architettonico delle sue opere in giro per la città.
Prima tappa: Fondazione Querini Stampalia
Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252, Venezia
L’itinerario di Venezia con Carlo Scarpa, inizia con uno dei suoi progetti più noti, la Fondazione Querini Stampalia (1961-1963). Un intervento paradigmatico per comprendere il rapporto che Scarpa instaura tra architettura moderna e preesistenze storiche. Situata nel sestiere di Castello, l’opera riflette la capacità di Scarpa di reinterpretare e valorizzare spazi vincolati, rispettando le caratteristiche della fabbrica originaria.
Scarpa affronta il problema dell’acqua alta con l’introduzione di percorsi rialzati e un sofisticato sistema di soglie in pietra d’Istria, integrando canalizzazioni idriche e dettagli che trasformano un problema funzionale in un elemento formale. Il giardino interno è un capolavoro di dettagli geometrici, dove cemento armato, marmo, vetro e acqua convivono in una composizione astratta che richiama influenze orientali e rinascimentali. Il progetto della Fondazione Querini Stampalia riflette anche il rigore materico e tecnico di Scarpa, che utilizza materiali eterogenei (ottone, bronzo, pietra e mosaico) per creare continui rimandi tra le superfici. Di particolare rilievo è il trattamento della luce naturale, che viene controllata e mediata per creare un ambiente di quiete e riflessione.
Seconda tappa: Negozio Olivetti
Piazza San Marco, 101, Venezia
A Piazza San Marco, il Negozio Olivetti (1957-1958) rappresenta un’altra applicazione magistrale del linguaggio scarpiano, questa volta in un contesto commerciale. L’intervento in questo spazio ridotto evidenzia l’attenzione di Scarpa per la materialità e la precisione del dettaglio. L’elemento più iconico è la scala elicoidale in pietra, sostenuta da un sistema di sospensioni che sembra sfidare la gravità. Questa scala è un esempio dell’abilità di Scarpa nel coniugare rigore strutturale con eleganza formale.
Le superfici del negozio sono caratterizzate da una composizione geometrica ricercata. I pavimenti in marmo a intarsi geometrici e le vetrine minimaliste conferiscono un senso di leggerezza allo spazio. L’uso sapiente della luce artificiale e naturale è parte integrante del progetto, così come la scelta dei materiali che danno un senso di coerenza all’intero ambiente.
Terza tappa: IUAV – Palazzo Badoer e Palazzo Ca’ Tron
Calle de la Laca, 2468, 30125 Venezia
Calle del Tentor, 1957, 30135 Venezia
Gli interventi realizzati da Scarpa riguardano principalmente il Palazzo Badoer e Palazzo Ca’ Tron, dove il suo approccio al restauro è orientato alla valorizzazione degli spazi interni e alla creazione di ambienti in cui il dialogo tra moderno e storico risulta particolarmente armonioso.
Nel Palazzo Badoer, Scarpa introduce soluzioni che mirano a bilanciare le esigenze funzionali della didattica con una riflessione teorica sull’architettura. Gli interni sono definiti da una rigorosa gestione della luce e dell’ombra, mentre le sedute e gli arredi sono disegnati per integrarsi organicamente con la struttura preesistente. La scelta dei materiali e la disposizione degli elementi sono esemplari della sensibilità di Scarpa per i dettagli e per il trattamento delle superfici.
Anche Palazzo Ca’ Tron è oggetto di interventi significativi: qui Scarpa rielabora gli spazi con una sobrietà formale che riflette la sua attenzione per il contesto storico e la funzionalità educativa. I corridoi, le scale e gli spazi comuni sono trattati come elementi integranti dell’esperienza architettonica, con soluzioni che mettono in evidenza l’uso di materiali locali reinterpretati in chiave moderna.
Quarta tappa: Aula Baratto all’Università Ca’ Foscari
Sestiere Dorsoduro, 3246, 30123 Venezia
Scarpa interviene sulla Sala Baratto negli anni ’30. Questo spazio, destinato a funzioni rappresentative e accademiche, è caratterizzato dalla sua collocazione con vista diretta sul Canal Grande. L’intervento di Scarpa si concentra sul rapporto tra interno ed esterno, massimizzando l’uso della luce naturale e creando aperture che incorniciano il paesaggio urbano.
Gli interni sono definiti da una rigorosa articolazione degli arredi e dei rivestimenti, con l’utilizzo di legno pregiato e pietra locale, disposti in un gioco di linee rette e superfici lisce che esprimono una sobrietà modernista. I dettagli, come le maniglie, le sedute e le cornici, mostrano l’attenzione meticolosa di Scarpa per la realizzazione artigianale e per il dialogo continuo tra architettura e ambiente circostante.
Quinta tappa: Padiglione del Venezuela – Biennale
Sestiere Dorsoduro, 3246, 30123 Venezia
Il Padiglione del Venezuela (1954-1956) ai Giardini della Biennale è un luogo in cui Scarpa sviluppa un linguaggio architettonico che fonde modernità e natura. Il padiglione è concepito come uno spazio espositivo fluido, dove l’articolazione planimetrica risponde alle caratteristiche del sito, integrando alberi e vegetazione preesistente.
L’uso del cemento armato a vista, unito al vetro e al legno, crea un dialogo materico che accompagna il visitatore lungo un percorso continuo. L’interazione tra luce naturale e ombre proiettate dagli elementi architettonici è centrale nella progettazione del padiglione. Si presenta, infatti, come un esempio di equilibrio tra funzionalità espositiva e sensibilità spaziale.
Questo itinerario di Venezia con Carlo Scarpa ti permette di esplorare in profondità le sue opere, con un’attenzione particolare agli aspetti tecnici e costruttivi che definiscono la sua pratica architettonica. Dalla Fondazione Querini Stampalia agli interventi allo IUAV, il percorso evidenzia la capacità di Scarpa di lavorare con materiali, luce e geometria per creare spazi in cui passato e presente si fondono in una sintesi unica.