Nel vasto panorama dell’arte contemporanea, Camilla Gurgone emerge come un’artista capace di trasformare oggetti quotidiani in opere cariche di significato, fondendo tecnica e concettualità. Attraverso un’intervista esclusiva alla galleria Viasaterna di Milano, abbiamo esplorato il mondo creativo dell’artista.
Per Camilla, l’arte nasce dall’osservazione attenta di ciò che spesso sfugge alla nostra attenzione. La frenesia e il marasma odierno ci rendono indifferenti alle azioni più banali ed è proprio su quelle, le piccole cose quotidiane, che lo sguardo intimo dell’artista si sofferma, per creare opere che ci portano a riflettere, ma soprattutto a fermarci.
Oggetti banali e trascurabili vengono trasformati in supporti per una poetica unica, primi tra tutti: gli scontrini. “Il centro di tutto è far emergere qualcosa da un dettaglio a cui non si dà mai attenzione,” spiega. Gli scontrini, con il loro “linguaggio freddo” e fiscale, diventano strumenti per veicolare emozioni intime e messaggi universali. È la loro stessa natura materica, la carta termica, che affascina l’artista, con la sua fragilità che diventa metafora dell’evanescenza della memoria, di sogni e di momenti fugaci.
Le radici dell’arte di Camilla affondano nel suo vissuto personale. Cresciuta in un ambiente stimolante, ha affinato il suo talento con un approccio relazionale. Sin dai tempi del liceo, i suoi progetti hanno sempre mirato al dialogo e alla condivisione, ed ecco che i diari, trascendono dalla sterile computazione di compiti e verifiche, diventando libera forma d’espressione per Camilla, ma anche per i suoi amici. “Le mie opere partono da una sfera vissuta che diventa universale”, racconta. Ed è proprio lì che dall’esperienza di sé e dalla relazione con gli altri, che si sprigiona la forza creativa, dando vita a installazioni e opere che incoraggiano il dialogo e la partecipazione.
Tra i lavori più significativi di Camilla si distingue “Tachilalia”, un progetto che trae il nome dal termine scientifico per indicare un linguaggio rapido e concitato. Qui, l’artista gioca con l’idea di “mangiarsi le parole” in dicotomia con i prodotti alimentari delle ricevute, traducendo l’ansia comunicativa in poesia. Gli scontrini, anagrammati nei lori componenti, non sono più semplici liste della spesa, ma si trasformano in metafore dell’effimero e dell’importanza del rallentare.
“Tachilalia” invita lo spettatore a fermarsi, osservare e riflettere. “Questi lavori vanno guardati come dei diari”, afferma Camilla, sottolineando come ciascuno possa trovare significati diversi e personali.
Ma non è solo nella poesia che si denota la maestria dell’artista, le opere, infatti, celano non solo un profondo significato emozionale, ma soprattutto un complesso processo tecnico. Gli scontrini, ricreati in fogli di ceramica sottilissimi e fragili, richiedono una precisione estrema e
l’utilizzo di tecniche inusuali come la fotoceramica, oltre alla manipolazione dell’immagine attraverso Photoshop. Ogni singolo dettaglio viene riprodotto da Camilla con minuzia certosina per poi dare spazio alle parole che si trasformano in poesia con una necessità intima ed istintiva.
In partenza per una residenza in Francia, dopo la vittoria del Nuovo Grand Tour, non ci resta che restare in trepidante attesa di nuovi progetti. In un mondo che corre veloce, Camilla Gurgone ci invita a fermarci e a scoprire la straordinarietà dell’ordinario, un dono raro che arricchisce il nostro sguardo sul quotidiano. Con il suo stile unico e il suo talento visionario, non possiamo che attendere con impazienza il prossimo capitolo di un percorso artistico che promette di sorprendere e ispirare.
Intervista a cura di Giulia Grieco
Art direction e produzione a cura di Nicole Zia
Foto di Jacopo Todorov
Location Galleria Viasaterna