“Sacrosanto” segna l’attesissimo ritorno e il rilancio dello storico collettivo Unlimited Struggle, realtà che ha scritto la storia dell’underground nel nostro Paese.

“Sacrosanto” è il titolo del nuovo producer album ufficiale firmato da Dj Shocca. Il termine stesso richiama un senso di sacralità, un qualcosa che è considerato intoccabile, inviolabile e profondamente rispettato. Indica l’importanza e il valore che la figura di Dj Shocca aka Roc Beats aka Marco Bernacchi ha da sempre avuto all’interno della scena rap/hip-hop italiana e che ora punta a ribadire con questo nuovo disco, per tutti coloro che hanno “ancora i brividi per l’intro di 60 Hz”, suo intramontabile capolavoro, universalmente considerato uno dei più importanti producer album nella storia del rap italiano.

Disponibile dallo scorso 26 maggio, “Sacrosanto” segna l’attesissimo ritorno e il rilancio dello storico collettivo Unlimited Struggle, realtà che ha scritto la storia dell’underground nel nostro Paese. Fondato nel 2004, nel 2012 diventa ufficialmente un’etichetta discografica indipendente, gestita da Dj Shocca e Stokka, ed è pronta a  stagliarsi e rilanciarsi nuovamente con un’altra pietra miliare del genere.

Shocca, citando il suo classico “Ghettoblaster”, non ha mai smesso di crederci e non gli basta, crede ancora nel piatto, nel rullante e nella cassa. 

Motivo per cui, in “Sacrosanto”, Shocca riunisce alcuni dei pesi massimi della scena rap italiana attuale insieme ad artisti ormai considerati un culto nel panorama underground, ossia i maggiori esponenti dell’hip-hop dei primi anni 2000, con l’aggiunta di una delle voci giovanili più promettenti della scena pop/urban moderna. In ordine di tracklist infatti troviamo: Ensi, Nerone, Kaos One, Emis Killa, i Sottotono (Tormento & Big Fish), Sissi, Gemitaiz, Egreen, Danno, Mostro, Ghemon, Mattak, Mistaman, Frank Siciliano, Inoki, Nitro e MadBuddy, che si alternano al mic in combinazioni uniche e inedite, sputando barre su barre con tecnicismi e liricismi che potrebbero permettersi in pochi, solo MCs che vivono realmente col “rap in vena” (citando il Fibra di Mr. Simpatia).

Il disco si apre con “Shaq & LeBron”, un banger di Ensi e Nerone che, alternandosi al mic barra per barra, con la stessa qualità con la quale ‘O Neal e James si scambierebbero il pallone in un ipotetico dream team, ci offrono un preludio del loro joint album “Brava Gente” di prossima pubblicazione.

Una “joint venture del flow” da parte di due king del freestyle e delle battle, oltre che di due veri rappresentanti dell’hip-hop nudo e crudo, che fanno della “realness” il loro mantra. Il brano, oltre ad avere l’autocelebrazione come leit motiv, offre un tributo al rap. Shocca infatti campiona due versi di “It Ain’t Hard to Tell” di Nas e “Keep Their Heads Ringin’” di Dr. Dre, due brani culto degli anni ‘90, per armonizzare e chiudere il chorus del brano e l’outro del pezzo.

Si passa poi al perfetto conflitto temporale tra uno dei padri fondatori del rap italiano e uno degli artisti più produttivi, incisivi e costanti degli ultimi anni. Parliamo di Kaos One ed Emis Killa, che ci tiene a ribadire un concetto fondamentale: “Di hip hop in pochi possono parlarne, io lo faccio perché ho fatto sia le battle che le yard”. Ed è vero, in pochi possono parlarne così bene, con barre incastrate a pennello sopra una strumentale ricca di ritmiche e scratch venuti direttamente dai “90”. Anche in questa traccia, con dei campionamenti scelti ad hoc, Shocca ci fa immergere completamente nel mood del brano e nel fiore del rap degli anni Novanta. Kaos, nel ritornello, riprende un verso di “Algoritmi”, suo brano del 2007 contenuto in “Karma”, stesso brano campionato da Shocca nell’outro del pezzo. Un brano dal sapore aggressivo che non lascia spazio a delusioni, in cui Kaos è pronto a smontare tutti i pezzi da novanta odierni a suon di rime.

Il disco prosegue con un altro connubio di generazioni. Per la prima volta Gemitaiz si trova a rappare insieme ad i Sottotono (Tormento & Big Fish), in un brano che naviga le onde della malinconia seppur restando “aggressive” come sound. Il tutto è condito dal ritornello melodico e dalla voce di Sissi, creando un mix stilistico che “Sembrava Impossibile”.

Gemitaiz, con una strofa devastante e svariati cambi di flow, si riconferma un mostro sacro sopra gli scratch di Roc Beats, dopo l’ottima performance in “Jam Session”, contenuta all’interno dell’ultimo mixtape di Emis Killa “Keta Music, Vol. 3”.

L’apoteosi del tecnicismo si compie in “Full Effect”, con Egreen e Danno in vera e propria beast mode all’interno di un trip di incastri e giochi di parole, mentre in “Vera Struggle” Shocca da il meglio di sé in termini di produzione. Il suo tocco magico alla Re Mida è sempre riconoscibile e inconfondibile, tutto ciò che suona diventa oro, dagli scratch alle bassline e alle percussioni. Nel ritornello di Ghemon, Dj Shocca campiona un verso della strofa di Prodigy in “Tha Game” di Pete Rock, verso che aveva già campionato in “The Industry Don’t Understand”, brano contenuto nel suo precedente capolavoro solista “60 Hz”, ribadendo la volontà di far musica per i pochi cultori del genere che sappiano apprezzarne il valore, non svendendosi a logiche di mercato dell’industria e restando fedele alle proprie origini.

Brividi veri invece nella terzultima traccia del disco, “Senza di Te”, con i featuring di Mistaman e Frank Siciliano. Brano che meriterebbe di essere considerato una delle tracce rap d’amore più belle degli ultimi tempi. Stravolge totalmente il mood dell’album regalandoci una perla d’autore destinata a trafiggere chiunque si cimenti nell’ascolto di questo capolavoro. Mistaman traspone metricamente in rima alcune parole de “La Cura” del maestro Franco Battiato: “Dimmi che lo vuoi e squarcerò lo spazio-tempo, superando le barriere della fisica e ogni turbamento”. Frank Siciliano completa l’opera con un ritornello melodico che rappresenta una riflessione sulla necessità di separarsi da una relazione passata e di trovare la determinazione per andare avanti da soli. “Sacrosanto”, dopo averci fatto piangere, torna con un Inoki “nato per spaccare i beats, nato per spaccare il palco” in forma smagliante, reduce da un joint album a “4 MANI” con lo stesso Dj Shocca, in coppia con un intramontabile Nitro in una delle sue migliori strofe. Classe ‘93, il rapper di Vicenza ripercorre tappe fondamentali della propria vita e di eventi che lo hanno fatto avvicinare al mondo del rap, come lo Sherwood Festival del 2007, dove all’età di 13 anni assistette proprio al concerto di Inoki, ospite dei Colli del Fomento, evento che lo convinse nell’intraprendere una carriera nel rap game. A quel concerto conobbe lo stesso Dj Shocca che lo vide e gli disse, citando i versi di Nitro, “Questo chi è? Piacere, Nitro del ‘93, un giorno farò un pezzo con te”. “Il Resto è Storia”.

“Sacrosanto” si conclude con un MadBuddy incisivo e criptico come sempre in “No Survivor / La Lezione”, dove il rapper palermitano si lascia andare ad una citazione a “Deadly Combination” che i più nostalgici avranno sicuramente notato, per chiudere in bellezza un disco di cui la scena rap italiana aveva bisogno.

Dj Shocca in “Sacrosanto” ha unito innovazione e tradizione, in un disco destinato a piacere sia ai “rappusi” più esperti che ai giovani ascoltatori, racchiudendo vecchie e nuove leve in un disco che resta al passo con i tempi pur mantenendo la sua matrice old school, senza tracce filler, destinato a rimanere nel tempo.

DJ SHOCCA È “SACROSANTO”