In un’epoca in cui molto spesso si attribuisce la qualità di un singolo o di un album in base al numero dei feat ed alla quantità di “hit” passabili in radio che contiene, Anastasio decide, con il suo nuovo singolo “A-PROFITTO”, di slegarsi da ogni logica di mercato e di tornare indipendente, dopo i tre album pubblicati con Sony Music. D’altronde, Anastasio è conscio che “l’esilio è un po’ il destino del poeta”.
Scelta forse controcorrente, ma al rapper napoletano ciò che davvero interessa non è nient’altro che la verità, opponendosi ai canoni attuali dell’apparenza e del profitto, dove il risultato ormai primeggia sul contenuto.
Il brano ci offre una riflessione sulla vita, sulla modernità e su se stesso: il suo “mi oppongo alle tue leggi di mercato del cazzo, questi pensano al guadagno e a nient’altro” suona come il grido rivoluzionario di un Anastasio che sembra tornato musicalmente agli albori della sua carriera, ai tempi di Nasta MC e di “Disciplina Sperimentale”, prima che arrivassero i talent e i contratti. Già all’epoca, in “Come Maurizio Sarri” un giovane e reazionario Anastasio decantava la bellezza e la passione per la musica e per la sua appartenenza al “pueblo” attraverso la metafora calcistica del “sarrismo”, del bel gioco. Nella società odierna capitalistica, tutto viene fatto in nome del profitto. La ricchezza materiale viene spesso considerata il metro di misura del successo e del valore di una persona. “La mia passione devo metterla a profitto, questo dolore devo metterlo a profitto, anche il tuo amore devo metterlo a profitto”. Anastasio mette in luce come l’ossessione per il profitto possa portare all’alienazione e alla disconnessione dalle esperienze umane più profonde; ci si ritrova a considerare perfino le relazioni ed i sentimenti come semplici “merci” per raggiungere obiettivi finanziari. Nel brano, l’artista napoletano riprende il concetto di “feticismo delle merci” teorizzato da Karl Marx nel Libro I del Capitale. Marx sosteneva che il valore delle merci non è determinato dalle caratteristiche materiali effettive o dal lavoro necessario per produrle, ma dal valore di scambio che hanno sul mercato. Analogamente, nel mercato discografico, gli ascoltatori attribuiscono un valore alle canzoni non solo per il contenuto musicale in sé, ma anche per il nome dell’artista e l’immagine ad esso associata.
Anastasio si conferma ancora una volta abile paroliere, unico nel suo genere, capace di raccontarsi senza compromessi. “A-PROFITTO” è un fermarsi per ripartire; una dedica ai suoi ascoltatori capaci di dare il giusto peso ad ogni singola barra, a prescindere da ciò che raccontano radio e televisioni e di apprezzarlo per la sua ricerca, lo studio e la sofferenza insita causata da una società che non sente sua e dai disagi che vuole denunciare.
Metriche serrate e dirette per potersi raccontare, farsi guardare dentro e mettere la propria arte davanti al profitto a tutti i costi. Un inno al voler sfruttare ogni pezzo di se stessi, ogni emozione e ogni gesto, per non perdersi nell’autocelebrazione e cercare una via d’uscita a un mondo fatto solo di numeri e valori di mercato.
Magari non sarà “santo come Kvara”, ma siamo sicuri che ad Anastasio andrà bene una fine come un’altra… sognando la campagna, “mica la playa”.