Cultura Italiana” ha una seconda parte, ed è uscita lo scorso 29 novembre. Il nuovo lavoro del rapper torinese classe 2001, apre una porta che affaccia su un suo lato più intimista ed emotivo, raccontato attraverso sonorità essenziali, ma ricercate. Quella di Diss Gacha, dopotutto, è una scuola dove la cultura si impara nel quotidiano, dove l’immaginazione è talmente forte da far nascere un linguaggio tutto nuovo. In questa breve intervista, Diss Gacha ci ha parlato di cultura, di amicizia e di successo.


Ciao Gabriele, è uscito “Cultura Italiana Pt. 2”. Parlando dei feat: sono stati ricercati e pensati da tempo nati da incontri casuali? Come hai impostato il lavoro creativo con i “guest” di questo secondo capitolo?

I feat di questa seconda parte sono nati in maniera ricercata, ci muoviamo sempre in maniera molto mirata. Con Clara c’era in desiderio di mettere insieme artista pop con artista hip pop, facendola rappare su un pezzo trap, facendole fare qualcosa che fosse fuori dai suoi schemi.Con lei come persona mi sono sempre trovato bene, sono felice di averla nel disco. Con Nayt è nato in maniera inaspettata: sapevo che gli piaceva la nostra musica, ho provato a proporglielo. Avevo l’impressione che potesse sembrare più riservato e chiuso alle collaborazioni, lui è proprio un grande artista. Sono felicissimo di averlo a bordo, lo vedo come Izi nella prima parte, due grandi artisti che hanno un percorso unico. Sono onorato di aver collaborato con entrambi.
Con Niky, è nato tutto in maniera molto naturale, gli è piaciuto subito il pezzo e ha voluto lavorarci. Sono, in generale, artisti con cui ci sentiamo e ci troviamo bene, sono collaborazioni sincere.

In questa seconda parte di “Cultura Italiana” ti sei dato l’opportunità di parlare maggiormente di te stesso e della tua intimità; da quello che dici in brani come “Verità nel mezzo” molte persone ti hanno deluso. Raccontaci come è cambiato il tuo rapporto con l’amicizia dal successo.

Ho dovuto stringere la mia cerchia di amici. Notavo che alcuni mi stavano accanto per un qualcosa che non era di certo il mio bene. Mi sono reso conto di chi mi voleva bene per davvero e che crederebbe in me, a prescindere dal lavoro che faccio. Ho voluto parlare di questo tema, perché è un qualcosa che vive chiunque, anche le persone con altri percorsi rispetto al mio. Quando si cresce si va a perdere qualche amicizia. Ho analizzato, nel pezzo, sia il mio punto di vista che quello di chi si allontana o viene allontanato. Tutti possono ritrovarsi in questo racconto.

Il lavoro sul lessico continua ed è una delle cifre della credibilità del mondo di Diss Gacha. Possiamo dire che i neologismi e, più in generale, la terminologia che distingue la tua scrittura sia un po’ una porta di accesso al tuo mondo, un modo per abbracciare chi ha voglia di capirti fino in fondo, ma anche di escludere chi ti ascolta con superficialità?

Io non voglio escludere chi non comprende come mi esprimo. Dico solo che un domani mi capiranno, perché troveranno una traccia, una foto, un’intervista, qualsiasi cosa che mi farà capire meglio. 

In brani come “4shees” o “America” parli molto di come vivi da quando hai avuto successo. Cosa ti piace e cosa non ti piace del successo? E come è cambiato, se è cambiato, il tuo rapporto con la fama da quando è arrivata?

Non è cambiato il mio modo di rapportarmi alla mia quotidianità. Io sono rimasto nel posto in cui sono cresciuto, al mio fianco ho i miei amici di sempre, i miei genitori e la mia ragazza. Ho Sala. Tutte persone che mi fanno vivere di cose semplici e che mi fanno vivere con i piedi per terra. Quindi in realtà non sono cambiato: sono rimasto me stesso grazie alla semplicità e all’impegno. Le cose che non mi piacciono del successo non ci sono, forse solo il fatto che a volte fare una cosa come pattinare o andare al cinema diventano più impegnative, perché magari mi fermano i fan. Io però sono davvero felice di incontrarli, di fare foto con loro e di parlarci. I miei fan ci tengono e sono felice di usare il mio tempo per sapere cosa ne pensano delle mie canzoni.  

L’album è uscito il 29 novembre, giorno in cui i tuoi Ballas hanno avuto modo di incontrarti in un vero e proprio ‘Diss Gacha world’; com’è stato incontrare quella che, a pieno titolo, è la tua famiglia, e quanto è importante per te incontrare chi ha deciso di farne parte anche giù dal palco?

É stato bellissimo, ho parlato con i miei fan, con chi si sente parte di questo progetto. Quando lavori un disco hai il supporto delle persone a te vicine. Il riscontro dei fan, incontrarli uno per uno, parlare con loro è stato incredibile. Ascoltano e fanno propria la nostra musica, si rispecchiano. Già solo per queste persone non dovrò mai smettere di fare musica e non potrò mai non essere motivato, perché devo farlo anche per loro.

Diss Gacha ci ha parlato di cultura, di amicizia e di successo