Nata in Friuli nel 1927 da una famiglia calabrese, milanese per scelta anche se dividerà la sua vita col resto del mondo, Gae Aulenti ha intrecciato l’architettura con tante altre arti fino ad arrivare alla politica.
In questo articolo dedicato alla mostra di Gae Aulenti alla Triennale di Milano esamineremo alcuni dei suoi lavori più iconici.

Iniziamo con le sue collaborazioni con Olivetti, da cui viene chiamata nel 1967 per la creazione dello show-room di Parigi e per quello di Buenos Aires nel 1968. 

Alcuni lavori iconici di Gae Aulenti: il negozio di Parigi

Il disegno del negozio nasce dall’idea di realizzare una piazza d’Italia ove gli elementi costitutivi sono infatti i gradini, i livelli differenti e la continuità dello spazio. Laminato plastico bianco, acciaio cromato, capsula rossa attorno al pilastro centrale (la forma dell’avvenire), le macchine da scrivere e le  macchine da calcolo sono esposte a vari livelli e diventano i fulcri di questo spazio fluido. 

Alcuni lavori iconici di Gae Aulenti: il negozio di Buenos Aires

Due scalinate espositive prospettiche che irradiano a ventaglio in una prospettiva molto accorciata. Uno stretto corridoio che le divide. Gli specchi sul soffitto ed a parete moltiplicano l’effetto di irraggiamento in modo caleidoscopico. Sono esposte macchine grandi e piccole, di stili e autori differenti, per creare, oltreché un negozio, una vera e propria presenza di Olivetti nella grande metropoli argentina.

Le lampade

Alcuni lavori iconici di Gae Aulenti in mostra alla Triennale di Milano riguardano le lampade firmate Olivetti-Aulenti, moderne per linee e materiali, come la King Sun per Kartell (1968), la Pipistrello per Martinelli Luce (1965), la Oracolo per Artemide (1969).

I sistemi di illuminazione

Alcuni lavori iconici di Gae Aulenti in mostra alla Triennale mostrano come l’artista creda fortemente che la luce artificiale e quella naturale vadano composte alla perfezione per consentire allo spettatore la maggior percezione possibile dell’opera d’arte. 

Cura il sistema di illuminazione di molti luoghi tra i quali quello che ritroviamo qui in mostra: nel 1986 fu chiamata per allestire la mostra “Futurismo & Futurismi” a Palazzo Grassi a Venezia. Creò un sistema per nascondere la parte tecnica dell’illuminazione dietro a controsoffitti e pareti, sagomando con forme geometriche e installando un illuminazione a base rettangolare fino a dodici lampadine. Indipendentemente da questo artifizio, ritroviamo la stessa tipologia di “architettura luminosa” in due o tre sale permanenti, perché Gae Aulenti le realizzò per la XII Triennale di Milano.

Piazzale Cadorna a Milano

Piazzale Cadorna a Milano (2000): rifacimento della stazione con molteplici pensiline, pilastri rossi sovradimensionati, capitelli trapezoidali, la grande fontana e la scultura “Ago, filo e nodo” di Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen. 

Aeroporto di Perugia

L’Aeroporto Perugia di San Francesco d’Assisi (2012) inaugurato a dieci giorni dalla sua morte, il 31 ottobre 2012, è un altro lavoro iconico di Gae Aulenti in mostra alla Triennale. Un piccolo modulo replicato tante volte: geometrie di trapezi e elementi rettangolari, porte che sembrano finestre e che da lontano potrebbero essere scambiate per grosse lampade. Pareti rosse, simmetrie in continuum, angoli a risalto.

Alcuni lavori iconici di Gae Aulenti in mostra alla Triennale