Ciao Viviana, bentornata! Noi di Bmb siamo sempre onorati di averti tra noi! Come sappiamo, essere un’artista donna nel mercato della musica è abbastanza complicato, da 10 anni a questa parte, pensi sia cambiato qualcosa?

Ciao e grazie a voi per l’accoglienza! Partiamo subito con una bella domanda, nel senso che è dura rispondere, quello che vedo è che se ne sta parlando molto e che molti progetti femminili sono decollati, ma non con poche difficoltà e che spesso ci sia comunque una cifra simile nella quale leggo ancora poco spazio per le numerose sfaccettature dell’universo femminile. Qualche stereotipo ancora c’è ed è duro da abbattere. 

Nel mondo in cui viviamo non è facile entrare nelle vite degli altri, per di più con la musica! Quanto ti è stata utile la laurea in psicologia per scrivere le canzoni?

Moltissimo, anche se a volte mi concentro molto di meno sull’aspetto imprenditoriale della musica, diciamo che è quello che mi piace meno.

Il tuo modo di affrontare tematiche profonde, unendole a un senso di leggerezza e divertimento, è qualcosa che ci colpisce molto. Come riesci a trovare questo equilibrio? Ti viene naturale o è un processo più ragionato?

Mi viene naturale, penso che sia importante reagire a ciò che ci butta giù per trovare sempre il modo di godere di quello che si ha e se, in quel momento, tutto è sbagliato attorno, perché non ballarci sopra con una cassa che ti fa sentire bene?

In “Vita Lenta” inviti gli ascoltatori a prendersi il loro tempo, a godersi i piccoli momenti e a fare pace con se stessi. C’è un segreto dietro questo invito, una tua routine personale che segui per restare in contatto con te stessa?

In realtà in Vita Lenta sto parlando a una persona importante della quale sono innamorata profondamente ed è negli occhi di questa persona che trovo pace, nei piccoli gesti, nei baci.

Il tuo ingresso nel mondo della musica è stato forte e deciso. Puoi raccontarci brevemente il tuo percorso artistico e cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera?

Fin da piccola ho avuto una propensione naturale, forse anche perché a casa papà, che è batterista, aveva gruppi con i quali si trovava a suonare. Quelli erano momenti felici e ho imparato a farlo anch’io perché mi faceva stare bene. Poi ho deviato per un po’ di anni, studiando Psicologia all’università, ma appena portato a termine quel percorso, mi sono dedicata solo alla musica.

Veniamo ora a “Ondeggiando”, il tuo nuovo singolo uscito il 27 settembre. Hai raccontato che l’idea è nata una mattina in cui sembrava che nulla andasse per il verso giusto, mentre osservavi i cereali galleggiare nel latte. Cosa rappresenta per te questa scena, e come si collega alla tua riflessione sulle “contraddizioni quotidiane”?

Mi sono trovata a pensare a quanto era ingiusto, per quei cereali, stare nella mia tazza e mi ha ricordato, strappandomi una risata amara, alcune situazioni assurde che vivo tutti i giorni, ecco perché la parola “Ondeggiando” è diventata il titolo.

“Ondeggiando” è un brano energico e divertente che parla di instabilità e di come spesso ci adattiamo all’assurdo. In che modo questa ironia si riflette nella tua vita di tutti i giorni? Ti è mai capitato di trovarti a “ondeggiare” tra le contraddizioni della realtà?

Sempre, ma da quando mi sono affacciata al mondo del lavoro di più, è un periodo storico in cui c’è molta contraddizione e se da una parte la tecnologia aumenta il benessere, la situazione economica e politica globale è tesa e viviamo sempre più in delle bolle dove anche l’informazione è diventata confusa e contraddittoria.

Nel tuo testo si sente una forte critica verso il ritmo frenetico della vita moderna, che ci fa quasi accettare senza batter ciglio l’assurdità delle nostre giornate. Qual è il messaggio che speri arrivi a chi ascolta questa canzone?

Non ho pensato a un messaggio, ma piuttosto a delle riflessioni aperte.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi prossimi obiettivi musicali? Hai un sogno nel cassetto che non hai ancora realizzato?

Il più grande sogno è quello di continuare a fare musica in modo sincero e di non perdere la spontaneità, mi piacerebbe collaborare con altri artisti che stimo e poter vivere di musica a queste condizioni.

Intervista a VV